Ci ha lasciati Cinzia Arboritanza

Forse a qualcuna/o il suo nome non ricorderà subito un volto, una storia. E’ il destino delle persone che si trovano per carattere, con modestia proporzionale al senso di responsabilità, a svolgere pezzi importanti di percorso collettivo, senza voler occupare le scene piùa lungo di quanto sia urgente e necessario.

Per molte/i di noi, cooperatrici e cooperatori sociali, la perdita di Cinzia Arboritanza – scomparsa ieri dopo una improvvisa ed ingiusta malattia – significa la perdita di un pezzo importante della nostra storia, anche personale.

Cinzia, in questi decenni difficili ma importanti che abbiamo alle spalle, è entrata nella cooperativa Noncello, come tante altre cooperatrici e cooperatori sociali, partendo dalla “base”, perché – come tutti, pure chi scrive – aveva innanzitutto bisogno di lavorare e di percepire un reddito. Ma non si è accontentata di badare a se stessa ed alla sua famiglia (tra cui la figlia Mara, pure lei oggi impegnata nella stessa cooperativa), ricoprendo successivamente tutti i ruoli possibili, diventando a lungo vicepresidente della cooperativa e, per una breve stagione, presidente.

Cinzia è stata fino ad oggi l’anima, più che la dirigente, della sede udinese di Noncello. Una realtà importante, quasi una cooperativa nella cooperativa, nata nell’ultimo decennio del Novecento. Sorta contemporaneamente alla deospedalizzazione psichiatrica di S. Osvaldo, con le prime 16 assunzioni di pazienti dei servizi di salute mentale occupati nelle pulizie dell’Università friulana, appaltate per la prima volta. 16 persone che sono state il primo tassello di una grande storia, che ha visto la cooperazione sociale impegnata in prima persona con i suoi operatori a smantellare l’ultimo grande manicomio rimasto in funzione in Italia, per diffondersi con la molteplicità dei suoi servizi in tutto il territorio del Friuli centrale.

Il ruolo, veramente storico, di Cinzia non è stato solo “produttivo”. E’ stato soprattutto quello di connettere persone, di moderare nei momenti di tensione e di favorire con le sue decisioni personali il cambiamento, che ha portato la cooperativa a superare in passato momenti di difficoltà, riportandola al suo ruolo tra le maggiori cooperative sociali di inserimento lavorativo italiane. “B” solo per la burocrazia: Cinzia è stata una delle protagoniste di una storia che è stata, e vogliamo continuare ad esserlo in futuro, in prima fila.

Gian Luigi Bettoli, presidente di Legacoopsociali Fvg